 
 
      
L’EVOLUZIONE DEL DELTA DEL PO
      
      
      Tra i cinque ed i due milioni di anni fa, nel Pliocene, l’Italia era 
      una penisola estremamente diversa da quella di oggi. Gli attuali territori 
      pianeggianti non esistevano. Il Mare Adriatico sommergeva completamente 
      tutto il territorio della pianura padana mentre le sole terre emerse erano 
      i rilievi alpini e quelli appenninici.
      
      Col passare del tempo l’insenatura corrispondente alla pianura padana 
      si riempì dei sedimenti detritici generati dall’erosione meteorica 
      delle catene montuose che la circondavano e negli ultimi 700.000 anni, grazie 
      anche all’abbassamento del livello del mare causato a sua volta da 
      alcuni cicli glaciali che portarono i ghiacciai ad espandersi sottraendo 
      acqua agli oceani, l’insenatura padana si colmò dei sedimenti 
      fino ad emergere al di sopra del livello del mare.
      
      Durante l’ultimo periodo glaciale, ovvero il Wùrm, tra 75.000 
      e 15.000 anni fa, il livello del Mar Mediterraneo arrivò ad essere 
      addirittura di 100 metri inferiore rispetto a quello attuale ed il Po sfociava 
      in mare addirittura all’altezza di Pescara.
    
 
 
    
-------L'Italia durante il Pliocene ------------L'Italia durante l'era glaciale wùrmiana _(28)
Sul finire della glaciazione infine, attorno a 10.000-15.000 anni fa, un 
      ulteriore scioglimento dei ghiacci restituì acqua al bacino mediterraneo 
      e, all’incirca 5.000 anni fa, l’alto Adriatico venne di nuovo 
      completamente sommerso e portando la linea di costa a stabilizzarsi progressivamente 
      sull’attuale profilo.
      
      In ogni caso la fascia litorale più recente, che abbraccia le aree costiere 
      tra Ravenna e Chioggia (VE), venne a costituirsi negli ultimi 2-3.000 anni, 
      grazie all’apporto di sedimenti portati dal Po e dai suoi rami. _(28)
    

_(37)
I PRIMI INSEDIAMENTI
      
      
      Il primo grande insediamento costiero formatosi nell’area ravennate-ferrarese 
      fu il centro greco-etrusco di Spina. Sorse all’incirca nel VI secolo 
      a.C. nei pressi dell’allora foce del Po.
      
      Per diversi secoli Spina rivestì un importantissimo ruolo di interscambio 
      tra gli insediamenti costieri di tutto l’Adriatico e l’entroterra 
      padano. Successivamente però, a causa del progressivo alterarsi del 
      profilo costiero e delle invasioni galliche, perse progressivamente importanza 
      fino a scomparire.
      
      In epoca romana, a partire dal I secolo a.C. cominciò l’ascesa 
      di Ravenna, grazie anche alla costruzione del porto di Classe voluto dall’imperatore 
      Ottaviano Augusto (63 a.C.–14 d.C.) per ospitare la flotta romana a 
      controllo del Mediterraneo orientale.
      
      L’apertura delle strade consolari come la Via Popilia (in parte coincidente 
      con il tracciato dell’attuale strada statale Romea) e lo scavo di canali 
      come la Fossa Augusta che congiungeva il fiume Padoa con Ravenna diedero 
      un grande impulso all’agricoltura grazie al considerevole apporto di acqua 
      dolce, alla navigazione interna e quindi all’agricoltura ed al commercio, 
      in particolare del sale. _(28)
      
      Durante il dominio dell’Impero Bizantino (395 d.C. – 1453 d.C.) 
      sulle nuove terre formatesi alla foce del Po di Volano sorse, da un primo 
      nucleo benedettino, l’Abbazia di Pomposa che rivestì un importantissimo 
      ruolo di centro culturale e religioso del medioevo, grazie soprattutto ai 
      monaci amanuensi che vi risiedevano. Costruita attorno al VI-VII secolo 
      d.C., venne consacrata dall’Abate Guido nell’anno 1.026. In quest'abbazia, 
      il monaco Guido d'Arezzo inventò le note musicali moderne.
      
      A partire dall’anno 1000 Ravenna cominciò a perdere progressivamente 
      importanza, mentre contemporaneamente cominciarono ad assumere un ruolo 
      sempre più importante sia la città di Ferrara, conquistandosi 
      l’egemonia commerciale sui traffici delle vie d’acqua interne, 
      che il centro di Comacchio, grazie al porto ed alle saline delle sue valli, 
      che però ben presto a causa delle guerre con Venezia per il dominio 
      dei traffici commerciali costieri venne quasi completamente distrutta.
      
    
|  |  |  | 
| Età pre-etrusca | IV a.C | I-II a.C | 
|  |  |  | 
| I-II d.C | VI d.C | IX-X d.C | 
|  |  |  | 
| fine XVI d.C | 1730 d.C | Successione temporale | 
La linea di costa del delta del Po negli ultimi 2.000 anni _(28) _(101)
LE BONIFICHE
      
      Le prime bonifiche dei territori del basso ferrarese furono eseguite degli 
      Estensi attorno al XV d.C. Furono opere, per così dire, preliminari, 
      che introdussero poi, nella seconda metà del XVI, la grande bonifica 
      ferrarese del ‘500. Tale intervento se da un lato aumentò significativamente 
      la superficie coltivabile, dall’altro portò le popolazioni residenti, 
      a scontrarsi con le difficoltà inerenti la gestione degli argini 
      e delle “terre nuove”.
      
      Subito dopo pochi anni cominciarono a manifestarsi significativi fenomeni 
      di subsidenza naturali che portarono al rapido riallagamento di vaste zone 
      bonificate, fino a che poi, nel 1599 ad opera della Repubblica di Venezia, 
      venne effettuata la deviazione dell’allora principale ramo del Po verso 
      sud (presso Viro), per scongiurare che i sedimenti fluviali che fino ad 
      allora venivano ridistribuiti dal mare lungo la costa adriatica nord ne 
      interrassero i porti. Quest’opera cambiò definitivamente l’assetto 
      idrogeologico dei territori circostanti e diede inizio allo sviluppo del 
      moderno delta del Po.
    
|  |  | 
| 1300 d.C | 1600 d.C | 
|  |  | 
| 1686 d.C | 1893 d.C | 
_(38)
    
      Per fortuna, attorno alla metà del 1850 avvenne l’introduzione 
      delle macchine idrovore a vapore che consentirono di gestire in maniera 
      più organica ed organizzata i problemi idrogeologici del territorio.
      
      L’ultimo capitolo, quello moderno, di questo lungo processo di bonifica 
      iniziò verso i primi del ‘900 e proseguì fino agli anni ’60: grazie ad esso, 
      attraverso un complesso sistema di scolo delle acque affidato a canali ed 
      impianti idrovori si giunse all’attuale distesa pressochè omogenea ed uniforme 
      distesa di terre coltivate. _(29)

      _(29)
    
Le bonifiche più importanti del ferrarese furono quelle delle valli 
      Mezzano, Trebba e Pega, mentre nel ravennate, poco più a sud delle 
      Valli di Comacchio, fu realizzato il Canale di Bonifica in destra di Reno, 
      che richiese l'impiego di migliaia di operai (fra cui i cosiddetti "scariolanti"). 
      
    
|  |  | 
_(109)
      Oggi, in seguito all’eccessivo sfruttamento delle falde acquifere per uso 
      agricolo, industriale, potabile e metanifero, gran parte dei territori deltizi 
      si trovano al di sotto del livello del mare, a causa dell’accentuata subsidenza 
      indotta e del mancato apporto di sabbie fluviali. _(29)